La spesa in giochi degli italiani, nel 2018, si è attestata a 19 miliardi di euro, dei quali 10,4 miliardi di euro, ovverosia il 55,2%, sono finiti nelle casse dello Stato. Questo è quanto emerso, tra l’altro, dal Libro Blu che è stato pubblicato dall’ADM, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato, e che ha scattato l’istantanea sullo stato dei giochi nel nostro Paese.
Analizzando i dati disaggregati del rapporto, su un totale di 10,4 miliardi di euro di incassi erariali da giochi, oltre 6 miliardi di euro, pari al 62,6%, provengono dalle slot machine e dalle videolottery. E ciò nonostante nell’ultimo anno, riporta l’Agenzia di stampa specializzata AgiproNews.it, ci sia stato su tutto il territorio nazionale un taglio degli apparecchi di gioco pari a ben il 35%.
Il taglio ha fatto seguito all’emanazione, da parte dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato, di un apposito decreto di riordino delle slot sul territorio per effetto di un accordo raggiunto tra lo Stato e le Regioni italiane. Il Superenalotto ed il Gratta e Vinci, ed in generale il Lotto e le Lotterie, hanno generato il 25,1% delle entrate erariali, mentre il restante 12,20% è riconducibile ad altre tipologie di gioco sotto il controllo e la gestione dei Monopoli di Stato, dal Bingo alle scommesse sugli eventi sportivi, e passando per il poker online.
Nell’ambito della lotta agli operatori abusivi, inoltre, l’anno scorso nel nostro Paese sono stati inibiti ben 1.042 siti Internet irregolari. Il dato è in forte rialzo rispetto ai 418 portali di giochi e scommesse illegali che sono oscurati nel 2013, ma nello stesso tempo i Monopoli di Stato hanno rilevato una caduta dell’82% degli accessi a questi operatori privi di licenza aams.